lunedì 4 aprile 2011

Appunti Nietzsche

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Nietzsche
nacque nei pressi di Lipsia nel 1844.
tra le sue opere ricordiamo Eccee Homo; la nascita della tragedia; così parlò Zarathustra; Aurora; Umano troppo umano; il caso Wagner; L'Anticristo; La volontà di potenza.
Inizialmente Nietzsche era amico di Schopenahuer e lesse sue diverse opere, dalle quali rimase influenzato, lo si nota dai continui richiami e riferimenti, sopratutto per la Volontà (ricorda Volontà di potenza). Se per Sch la vita è un pendolo tra il dolore e la noia, Nietzsche condivide la visione della vita come dolore, ma afferma che va vissuta intensamente, ogni giorno un individuo deve avere la forza di dire sì alla vita. Se per Sch la volontà aveva un significato negativo, dato che l'uomo non riesce a raggiungere ciò che desidera, per Nietzsche ha una connotazione positiva poiché l'uomo deve volere di più e nel dire di si alla vita riese ad essere pienamente se stesso. Anche per Nietzsche l'uomo è concreto, così come per Feuerbach e Marx, i filosofi ispiranti di Nietzsche.
L'amicizia con Wagner, il musicista tedesco e amico del re dell'impero austro-ungarico Ludovico II, inizialmente fu positiva per Nietzsche. In seguito ci fu una rottura e la loro avversione causò a Nietzsche diversi problemi che, insieme alla censura, lo spinsero a lasciare la Germania ed andare in Italia, in particolare Torino, Padova, e Francia. Nietzsche, in seguito a dei problemi familiari, si ammalò e fu considerato pazzo (visse tra Torino e Padova proprio in questo periodo). Le opere di quegli anni ne risentono, infatti a quei tempi furono interpretate come frutto della sua pazzia. La sorella, rimasta vedova e con problemi economici, manipolò le opere del filosofo per farle risultare filo naziste e coprire i suoi debiti, intento in cu iriuscì. Nietzsche si portò dietro questo pregiudizio fino a quando, successivamente, dei critici sottolinearono l'avvenimento che fu preso in riconsiderazione e fu riconsiderata la vera essenza delle opere.
Nietzsche studiò letteratura latina e greca. Aveva una passione per la filologia, infatti leggeva e studiava le opere in lingua originale.
Nascita della tragedia greca, una forma letteraria utilizzata per raccontare le difficoltà ed i problemi quotidiani in maniera distante. Al centro delle storie si collocano incesti, tradimenti ed, essendo tragedie, non sempre è presente il lieto fine. Nietzsche si domandò come mai nacque la tragedia greca e si rispose che, per lui, si originò con il solo scopo di recuperare la lotta, la diatriba tra Apollineo e Dionisiaco. Derivano da due divinità, rispettivamente Apollo, Dio dell'ordine, del rigore, della precisione e Dionisio, Dio del piacere e dell'abbandono ad esso. Secondo Nietzsche la tragedia nacque dalla lotta tra questi due poiché i greci vivevano ossessionati da ciò che è ordine e ciò che è caos. Siccome non erano in grado di spiegarlo concretamente nella vita, allora la si rappresentò con lotte in tragedie, nelle quali le vittorie si alternavano di continuo.


Accettando la verità che Dio è morto che lascia soli disarmati contro le difficoltà della vita, è una verità da riconoscere perché quella di Dio è una grande menzogna. L'uomo nel credere a questa entità superiore dice a se stesso la bugia più grande della sua vita e prima riconosce che si sta mentendo da solo, ha creato lui stesso Dio (F) prima riconosce questo prima riconosce se3 stesso al centro, anche a Nietzsche è l'uomo che interessa quindi appoggia l'ateismo.
Eterno ritorno era espresso come l'eterno ritorno dell'uguale, accettazione che la storia dell'uomo
la vita dell'uomo è quasi come un serpente, che in azione di attacco o difesa si attorciglia come se volesse ricompattare se stesso, lo stesso la storia si attorciglia su di se. La vita è fatta di tante fasi che anche in momenti diversi tornano. Eterno ritorno dell'uguale è qualcosa di abissale, una verità profonda difficilissima da accettare, questa accettazione dell'eterno ritorno è più abissale dei suoi pensieri, ovvero è talmente profondo e radicato come pensiero che è comunque parte di me, parte costitutiva di me e allo stesso tempo è il peso più grande. Molti uomini non riescono ad accettare qst verità, piuttosto urleranno e scalpiteranno ma non lo accetterà. Non tutti riusciranno a superare quelle tappe e si convincono che prima si accetta l'eterno ritorno dell'uguale prima ci si avvicina a diventare il superuomo. Affronta questo tema in così parlò Zarathustra, profeta delle Sacre Scritture orientali, visto come un profeta che annuncia delle verità forti, illuminanti. L'uomo fole era Nietzsche stesso, Nietzsche fa dire a Zarathustra determinati discorsi ma è lui che si appropria d qst identità di profeta e annuncia all'uomo questi importanti concetti. Nietzsche il così parlo Zarathustra dice che deve rivelare una visione, un enigma e nel dire questo parla di un filosofo solitario. L'uomo folle gridava che dio è morto, era solo e tutti lo deridevano, nessuno lo ascoltava. (PUCCINI Battiato) nel discorso di così parlo Zarathustra lui deve confessare questa visione, enigma come un filosofo solitario tra gli uomini e racconta la storia , la salita, la scalata di una montagna e nel scalare questa montagna il filosofo, via via che sale, si rende conto che quello che vede è una visione ma alo stesso tempo un enigma quello che vede è nitido e allo stesso tempo enigmatiche, l'enigmatico è la rappresentazione del velo di Maya di Schopenhauer. Zarathustra narra la salita d questo pendio, questa montagna ed insieme al filosofo c'è un nano, così un po' come Virgilio e Dante nella divina commedia, Zarathustra si ritrova a parlare con questo nano. Mentre salgono Zarathustra e il nano trovano degli ingressi di caverna, con delle scritte dicenti: su una ATTIMO, riferito al momento nel presente alludeva il presente; un'altra scritta con una freccia indicante il ritorno al passato, e l'altra indicante qualcosa che portava verso una novità quindi il futuro. Questo racconto voleva dire che la vita dell'uomo è una sorta di intervalli multipli, nel senso che ogni momento vissuto nel presente è figlio del passato e preannuncia 8il futuro. Quello che si è oggi è una conseguenza di ciò che si è stati ed è una preparazione di ciò che si diverrà. Tutto inserito in quella storia che è circolare. Il passato determina il presente e determina il futuro,che diventa presente e determina un altro futuro. Non è un intervallo lineare, questo intervallo questa influenza è circolare, a spirale. Visione a spirale dell'uomo, fino ad una conclusione ultima Marx uomo agisce per raggiungere bisogni materiali, la storia è un cercare di soddisfarli, quindi non è Marx. Spirale citata da Hegel nella dialettica del divenire, tesi antitesi sintesi, …
volontà di potenza: considero tre prospettive diverse analizzate dallo stesso Nietzsche e che approfondisce in maniera accurata. Per capire bene cos'è la volontà di potenza bisogna associare il concetto di vita a quella di potenza. La vita è , si realizza per Nietzsche dicendo si alla vita, vita vissuta momento per momento attimo per attimo. Questa vita se io la vivo momento per momento attimo per attimo quindi intensa, vuol dire che allora io posso farla diventare importante, posso darle una certa direzione, un certo livello, è proprio dell'uomo vivere in maniera forte, ma vivere più che può, sfruttando al massimo le proprie potenzialità , ovviamente prima deve riconoscerle, capire cosa è in grado di fare ed una volta comprese sfruttarle al massimo. Vivendo al massimo se stessi e le proprie possibilità si vive al massimo. Questa volontà di potenza la si deve intendere alla maniera di Schopenhauer, sebbene per Schopenhauer era la volontà di vivere interna, l'uomo non può fare a meno di vivere, anche se soffre, non può che vivere. Nietzsche parla di volontà di potenza sia divina, quindi forza esterna potente, in questo senso divina, ma è anche interna all'uomo che lo fa vivere al meglio, capacità di spendersi al meglio.
Volontà di potenza: è vita, morale, deve guidare i miei comportamenti, politica, scienza, arte, Schopenhauer. L'aveva individuata come via di liberazione come etica della pietà e ascesi che raggiungeva il suo apice nel Nirvana. Per Nietzsche nell'arte sono contenuti i veri valori, le vere spinte che devono guidare la vita dell'uomo, l'arte è la manifestazione della vita dell'uomo, è come se fosse una sorta di espressione della vita dell'uomo, l'arte in una scultura, opera teatrale ecc, l'uomo parla di ses tesso dei suoi desideri, ambizioni nell'arte. Quindi per Nietzsche l'arte è insieme proiezione dei desideri e se stessi, e condizione di vita, condizione che fa si che il mio desiderio venga placato, è come se nell'arte proietto me stesso, in quella dimensione ottengo ciò che desidero.
Volontà di potenza intensa come dominio. Nietzsche sosteneva che l'uomo che aveva affrontato tutto il percorso e superato le tappe, quindi vicinissimo al diventare il superuomo, era anche colui che doveva e3ssere superiore agli altri e dominarli, da qui la lettura forzata che con qst pensiero Nietzsche stesse dicendo che i tedeschi potevano per diversi elementi essere il popolo superiore, dovevano dominare tutti gli altri uomini. Questa è un'interpretazione.  

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