martedì 26 aprile 2011

Bergson

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Bergson pag 165

filosofo francese di fine 1800 che possiamo definire come un filosofo che ha voluto dare una riflessione critica al positivismo. Il positivismo aveva la grande “presunzione” di credere che scienza e progresso fossero le due componenti in grado di salvare l'uomo e progredire,migliorare. Ricordiamo due esponenti del positivismo, Comte che riteneva che la scienza dovesse aiutare a trovare leggi per migliorare la società, mentre Mill era più il filosofo dell'empirismo, della logica, del ragionamento induttivo al fine di stabilire leggi che potessero servire al quotidiano. La critica di Mill a Comte è perchè quest'ultimo era troppo fermo sulle leggi, troppo teorico. Il filosofo empirista infatti affermava che le leggi non possono rimanere teoria, devono servire per la quotidianità.
Bergson reagisce e si oppone al positivismo (esaltazione scienza e progresso, ottimismo nell'uomo) perché la sua riflessione si colloca su un piano diverso. Sosteneva infatti che l'uomo, più che di scienza e progresso, si debba occupare di altro.
Distingue tempo della scienza e della vita. Per il filosofo francese, il tempo della scienza ha caratteristiche diverse perché il tempo della scienza è quantitativo, ovvero può essere misurato;
è reversibile, e lo si constata per esempio quuando si svolge l'esperimento del calcolo dell'umidità, esso può essere ripetuto anche il giorno seguente. Un esperimento quindi lo si può ripetere. Quello che si trova oggi può essere confermato domani ma anche disatteso, in ogni caso è un tempo che si può ripetere. Tempo della scienza riassumendo è quantitativo reversibile, quindi ripetibile, e misurato.
Il tempo della vita è qualitativo, dato che per esempio, se si deve fare un esame che dura un'ora, quell'ora può essere percepita in maniera diversa, quindi dire che il tempo della vita ha valore qualitativo vuol dire che ha un peso diverso a seconda delle situazioni. Il qualitativo richiama il soggettivo, non può essere reversibile (per Vico Nietzsche le cose tornano) ma si ripetono fatti non momenti dato che le condizioni saranno sempre le stesse. Bergson afferma che il tempo della psiche è fatto di momenti irripetibili, perché cambiamo noi, le condizioni, mentre il tempo della scienza si può ripetere. Il tempo della fisica o scienza è lo stesso, è fatto di tanti momenti è fatto di tanti momenti distinti l'uno dall'altro, ha tante fasi, c'è il tempo dell'enunciato, quello per le ipotesi.
Il tempo della scienza è reversibile perché possiamo ricreare le situazioni, mentre nella vita no.
Il tempo della vita invece è fatto di diversi momenti che si sommano tra di loro e che accadono anche in maniera travolgente, nel senso che a volte si vivono diverse situazioni le quali si sommano tra di loro in maniera repentina, fugace, e a chi le vive sembra di perdere il controllo, vivere in un tempo che sembra passare al di fuori della stessa persona e di conseguenza ne si perde anche la sequenza giusta.
Il tempo della scienza è un tempo astratto, esteriore. Il tempo della vita è concreto ed interiore. Il fatto di essere il tempo della scienza astratto ed esteriore fa dire a Bergson che è un tempo bastardo perché spazio e tempo tendono a sovrapporsi, confondersi, diventando quasi una retta. È come se spazio e tempo si confondessero, non si fosse più in grado di distinguerli. Non distinguo ciò che è spazio e ciò che è tempo. Il tempo viene rappresentato dallo spazio e diventa una linea. Tempo più spazio. Gli intervalli sono la successione, il tempo,la linea è lo spazio. La successione prende la forma di una linea continua, perciò spazio e tempo possono essere rappresentati sulla stessa retta e coincidere.

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Per ciò che concerne la durata, il tempo della vita è la durata reale perchè è soggettivo, personale. È possibile definire il tempo della fisica spazializzato e rappresentarlo con una collana di perle, una successione rigida, fissa, tutte uguali e che ritornano. L'immagine di tempo della vita è un gomitolo di filo o una valanga. Il gomitolo si srotola piano piano, prima in maniera estesa poi più breve, che cambia continuamente è conservazione e creazione perché muta ma rimane sempre lo stesso gomitolo. Esistere significa mutare, maturarsi, creare se stessi.

La vita spirituale dell'uomo è autocreazione e libertà perchè è possibile decidere di far sciogliere il gomitolo ad una data velocità ecc.
materia e memoria è l'opera fondamentale di Bergson del 1896, in cui il filosofo afferma che esistono tre modalità per l'uomo di leggere, ovvero interpretare e ricordare, le informazioni. Il livello massimo, o primo livello, consiste nella memoria pura o coscienza che funziona da archivio e le cui informazioni accompagnano sempre, in ogni momento della vita. Essa registra tutto ciò che accade, anche ciò di cui non abbiamo consapevolezza, si identifica con il nostro passato. Di tutta la memoria pura, solo alcune informazioni diventano ricordo-immagine, ovvero ciò che serve a dirigere le nostre azioni. Sono i ricordi che vengono selezionati e servono per orientare i nostri comportamenti. L'ultimo livello, il più basso, è costituito dalle percezioni che sono un filtro di ciò che si vive, dei ricordi utili all'azione. Il titolo dell'opera, materia e memoria, esprime il pensiero di bergson per il qual spirito e materia debbano restare divisi, separati, deve esserci il dualismo. Spirito ed anima fanno riferimento alla memoria, alle percezioni. Corpo e anima non comunicano, come invece riteneva Cartesio attraverso l'ipofisi.

Bergson prova a risolvere il dualismo corpo/anima in altre opere.

slancio vitale: contraddisingue gli esseri, caratterizza tutti è una spinta vitale che spinge l'uomo a vivere. Aiuta a trasformare le cose. La vita della coscienza e quella dell'universo hanno a che fare con il tempo della vita quindi durata reale. La vita è sempre creazione, quindi mutamento, ma nello stesso tempo è conservazione del passato.
Ci sono iniziali affinità tra vita natura e quella dell'uomo ma poi il loro evolversi è diverso. All'inizio è come se avessimo diverse identità, quando si è piccoli si aspira a diventare diverse cose ( es astronauta meccanico) da infanti è come se avessimo davanti a noi la possibilità di più identità, poi nel corso degli anni, ne scegliamo una, un po' come il gomitolo che all'inizio può sbrogliarsi in diversi modi, poi prende direzione preciso. Ciò che diventeremo sarà più della somma di ciò che siamo stati. È necessario tuttavia compiere questa scelta perchè noi possiamo vivere solo questa vita. La vita della natura invece non è costretta a sceglierenatura all'inizio è come se avesse diverse possibilità es i fiori che a seconda dei diversi movimenti degli insetti possono uscire di colori diversi. Quella rosa sarebbe potuta essere di diversi colori. Se viene impollinata in un certo modo diventa blu ecc. anche la natura è come se avesse tante identità, ma nella vita della natura non c'è scelta, il destino della rosa non lo decide lei ma gli insettini). Noi scegliamo, la natura no, per qst ci evolviamo in maniera diversa.
Nella vita non c'è finalismo, si segue un'evoluzione naturale, la vita è imprevedibile e libera. Ne consegue che non ci sono leggi meccaniche. Il meccanicismo (concezione del mondo che evidenzia la natura esclusivamente corporea, quindi meccanica, di tutti gli enti)infatti, afferma Bergson, non può spiegare la formazione di organi complicatissimi ma con una funzione semplice e porta l'esempio dell'occhio. Nella selezione delle informazioni, l'occhio non è meccanismo, filtra egli stesso le cose che possono essere rielaborate. Non è un meccanicismo puro perchè filtra le informazioni e le rielabora. Mentre gli ingranaggi sono interconnessi tra loro ed hanno il fine di fare qualcosa, la natura no. Meccanicismo e finalismo perdono validità di fronte all'idea che la realtà non sia mai data, ma in continuo movimento, che si fa da se stessa.  

mercoledì 6 aprile 2011

Pirandello TUTTO FINITO

Pirandello (1867-1936) nacque in una famiglia agiata, frequentò la facoltà di Lettere. Nel 1934 vinse il premio Pulitzer per la letteratura. Ebbe una vita triste anche a causa della pazzia della moglie, in cura presso un ospedale psichiatrico per nevrosi generata da gelosia ossessiva, alimentata anche dalla vita seguita dall’autore. Quest’ultimo infatti viaggiando molto per il teatro frequentò diverse donne. Per ottenere appoggi da parte del regime si iscrisse al partito fascista, ma ben presto dovette riconoscerne il carattere vuoto. Visse un periodo caratterizzato da una duplice crisi, la prima storico sociale dell’Italia post rinascimentale. Vi erano molti disordini per la zona greca, la caduta di valori e delle certezze positivistiche (esaltazione della scienza) e la rottura dal decadentismo, caratterizzato dalla crisi delle certezze. A questo primo tipo di crisi, storica, Pirandello dedicò un romanzo dal titolo “I vecchi ed i giovani” in cui parla del tradimento delle prospettive, riflettendo sul crollo dei miti della ragione che rendevano vivi il decadentismo. Per Pirandello anche l’uomo è in crisi perché non padroneggia più la libertà, non conosce più se stesso quindi è alienato, non si appartiene più. Il relativismo è la mancanza di punti fermi e delle certezze. L’inconcludenza è un carattere del relativismo di Pirandello, per il quale la vita è un flusso continuo non può fissarsi in qualcosa se no morirebbe. La vita non conclude perché flusso inarrestabile non posso farla diventare forma dandole paletti se no muore. Caratteristico della visione pirandelliana è quindi il relativismo conoscitivo per il quale ognuno ha la sua verità che nasce dal suo modo di vedere le cose. Da questo ne deriva un’inevitabile incomunicabilità fra gli uomini dato che non riescono ad intendersi dal momento che ognuno fa riferimento alla realtà com’è per lui. Tutto ciò concorre ad accrescere il senso di solitudine del’individuo, perde fiducia nel reale da cui deriva la crisi delle certezze positivistiche, per questo spesso Pirandello lo si definisce decadente, sebbene appaia già al di fuori di esso. Infatti alla base del Decadentismo vi è una condizione spirituale mistica che unisce la realtà e colloca l’io al centro del mondo, mentre nella visione umoristica di Pirandello la realtà è frantumata e priva di senso, così come l’individuo che si annulla. Questa crisi della totalità colloca Pirandello oltre il decadentismo. Il termine relativismo è quindi il nome della crisi vissuta nelle sue opere, non c’è più il Verismo di Verga per il quale il vero erano i fatti e ciò che si vedeva. Pirandello rifiuta  i modelli, ricalca il parlato. È finita l’età del realismo e lo si capisce perché l’autore eclissato di Verga (si diceva che l’opera si fa da se) Pirandello va più in là dicendo che non esiste lo scrittore, sparisce e l’emblema è un personaggio di Pirandello, Serafino, nella novella Si gira. Sparisce il narratore onnisciente, colui che padroneggia il racconto sapendo il perché, come ecc.
Alla base della visione pirandelliana vi è una concezione vitalistica: la realtà è tutta vita, eterno divenire, incessante trasformazione da uno stato all'altro, flusso continuo, incandescente, indistinto. Tutto ciò che si stacca da questo flusso e assume forma distinta ed individuale arriverà a morire. Così avviene per l'identità personale dell'uomo. Noi siamo parte indistinta nell'universale ed eterno fluire della vita, ma tendiamo a cristallizzarci in forme individuali in una personalità che vogliamo unitaria. In realtà è un'illusione poiché noi stessi ci fissiamo una forma, ma gli altri con cui viviamo ci assegnano una forma secondo la loro prospettiva. Noi crediamo di essere uno per noi stessi e per gli altri, mentre siamo tanti individui diversi a seconda della persona con cui ci stiamo relazionando. Ciascuna di queste forme è una costruzione fittizia, una maschera che noi ci imponiamo e ci impone il contesto sociale. Sotto questa maschera c'è un fluire indistinto e incoerente di stati in perenne trasformazione. Mette quindi in evidenza il contrasto esistente tra la fluidità inarrestabile della vita, che è diversa di momento in momento e che presenta contemporaneamente aspetti molteplici ed anche contraddittori, e l'esigenza di cristallizzare quel flusso continuo in immagini certe, stabili, alle quali ancorare la conoscenza che si ha, o meglio si crede di avere, di sé e degli altri. Il contrasto è quindi tra la vita, ovvero il libero fluire di tutto, lo scorrere delle cose e la forma che obbedisce a convenzioni sociali ovvero essere come gli altri vogliono che io sia.
Vi è quindi un naufragio di tutte le certezze: la crisi di identità porta alla frantumazione e alla negazione dell'individuo, negando la persona, dissolvendola in grandi apparati produttivi anonimi in cui l'uomo smarrisce il legame personale con gli altri e diviene una particella isolata e alienata nella folla anonima. L'individuo non conta più, l'io si indebolisce, perde la sua identità. La presa di coscienza di questa inconsistenza dell'io suscita nei personaggi pirandelliani smarrimento e dolore. L'avvertire di non essere nessuno, l'impossibilità di consistere in un'identità, provoca angoscia ed orrore, genera un senso di solitudine tremenda. Viceversa l'individuo soffre anche ad essere fissato dagli altri in forme in cui non può riconoscersi. Queste forme sono sentite come una trappola, come un carcere in cui l'individuo si dibatte, lottando invano per liberarsi. La società isola l'uomo dalla vita e lo conduce alla morte anche se egli apparentemente continua a vivere. Vi è un bisogno disperato di autenticità sebbene la sua vita si svolge sui binari del perbenismo esteriore. È dall’autore definita come una fantocciata, dato che non si distingue più la realtà dalla fantasia. Questo aspetto è molto rispecchiato dal teatro, istituto in cui si manifesta per eccellenza la trappola della forma che imprigiona l’uomo, separandolo dall’immediatezza della vita. Anche la società è vista come una trappola dal momento che limita l’uomo al lavoro e alla sua condizione sociale. Tuttavia, non c’è via d’uscita vera e propria. L’unica salvezza relativa consiste nella fuga nell’irrazionale, nell’immaginazione che conduce ad un altrove fantastico (Belluca in “il treno ha fischiato”) oppure nella follia.
Il rifiuto della vita sociale dà luogo alla figura del “forestiere della vita”, termine usato da Pirandello anche per descrivere Mattia Pascal nell’omonimo romanzo. Il Forestiere della vita è colui che ha capito il gioco, ha preso coscienza del carattere del tutto fittizio del meccanismo sociale e si esclude, si isola, si estranea dalla propria vita, guardando vivere gli altri dall’esterno della vita e osservando gli uomini imprigionati nella trappola con un atteggiamento umoristico di irrisione e pietà (non coincide esattamente con la figura di Pascal). È quella che Pirandello definisce anche “filosofia del lontano” che permette di contemplare la realtà da un’infinita distanza, in modo da vedere tutto ciò che l’abitudine fa considerare normale e riuscire a coglierne la totale mancanza di senso.
Pirandello scrisse diversi saggi, tra cui “L’umorismo”, testo chiave per la comprensione dell’autore. La riflessione non viene nascosta, il sentimento suscitato viene analizzato. La riflessione sull’umorismo lascia trasparire il carattere molteplice e contraddittorio della realtà, permettendo di vederla da diverse prospettive contemporaneamente. Cogliendo il ridicolo di una persona si va oltre ad essa e si individua il fondo dolente di umana sofferenza e la si guarda con pietà. L’Umorismo è il sentimento del contrario, dell’opposto, ovvero l’avvertire il contrario e rifletterci, è un momento di riflessione. La realtà è governata dalla casualità più bizzarra in cui non è possibile ravvisare alcun disegno coerente, alcun senso. Davanti ad essa si ride, sebbene sia un riso accompagnato dalla sofferenza per il dover vivere così, quindi accompagnato dal sentimento del contrario.  Anche il Fu Mattia Pascal viene utilizzata la poetica dell’umorismo, per la quale la realtà, attraverso il gioco paradossale del caso, viene distorta in maniera assurda, suscitando il riso, oltre al quale vi è la pietà: scatta dunque il sentimento del contrario.
Pirandello afferma l'idea che il riso nasce dal dolore nell'umorismo, per questo nelle sue opere sono presenti stranezze fisiche portate all’esagerazione, perché così crea il contrasto da cui nasce la riflessione. L’umorismo comunque non comporta necessariamente il riso, è la riflessione che si trova oltre ad esso.
Le sue opere sono tutti testi umoristici, in cui tragico e comico sono indissolubilmente mescolati, da cui non emerge alcuna visione ordinata e armonica della realtà, ma il senso di un mondo frantumato. L’obiettivo dello scrittore umorista è di far riflettere (non ridere), andare oltre l’apparenza delle situazioni paradossali che costituiscono l’oggetto del comico. L’umorismo, in qualità di sentimento del contrario, consiste nello scoprire con sentita partecipazione le sofferenze che si nascondono dietro le stranezze della vita e degli uomini. L’avvertimento del contrario è il comico, si ride perché si avverte una stravaganza che spezza l’ordine normale delle cose, qualcosa che sorprendendoci ci fa ridere per la sua stravaganza (il sentimento del contrario, ovvero l’umorismo, sono le stranezze che fanno riflettere). L’umorismo è il sentimento del contrario, ossia la riflessione sulle diverse implicazioni, tragiche e comiche, che stanno dietro a un comportamento illogico, mentre il comico si limita all’avvertimento del contrario, ossia rispecchiare le contraddizioni senza analizzarle.

Romanzi

Scrisse sette romanzi:
Ø  L'esclusa 1901: è la storia ambientata in Sicilia di una donna accusata ingiustamente di adulterio, che viene cacciata di casa dal marito. Inizia una vita indipendente e triste, fino a quando si trasferisce in una grande città, inizia ad insegnare e viene sedotta dall’uomo con il quale il marito pensava lei la tradisse. Il marito, convinto dalla famiglia, riammette la donna in casa, solo dopo che lei si è resa effettivamente colpevole. Tuttavia la donna lascia l’amante e torna dalla famiglia. La narrazione è in terza persona. La struttura della vicenda sottolinea gli aspetti assurdi paradossali delle azioni umane che possono provocare conseguenze totalmente diverse da quelle previste. Al meccanismo deterministico, tipico del naturalismo, si sostituisce il gioco imprevedibile e beffardo del caso, portando il lettore anche a chiedersi cosa sia vero e cosa falso. L'impostazione umoristica è presente nelle figure grottesche e ridicole con deformazioni espressionistiche. 
Ø  Il turno 1902: un innamorato deve aspettare il suo turno per sposare la donna amata, dopo la morte di altri due mariti.
Ø  Il Fu Mattia Pascal 1904: Il “Fu Mattia Pascal” è una storia paradossale di un piccolo borghese, imprigionato nella trappola di una famiglia insopportabile. In seguito ad una vincita al casinò di Montecarlo diviene economicamente sufficiente però scopre da un giornale che la moglie e la suocera lo hanno riconosciuto nel cadavere di un annegato, quindi è ufficialmente morto. Decide di costruirsi una nuova identità, ma soffre perché lo costringe all'esclusione dalla vita degli altri (non può sposarsi). Decide quindi di rientrare nella sua vecchia identità, ma scopre che la moglie si è risposata ed ha avuto una figlia da un altro. Non gli resta dunque che adattarsi alla sua condizione sospesa di forestiere della vita, contemplando gli altri dall'esterno, consapevole di non poter più essere nessuno. La realtà attraverso il gioco paradossale del caso viene distorta, ma l'assurdo va al di là del riso, suscitando una vera sofferenza. Scatta dunque il sentimento del contrario. Non troviamo più la narrazione in terza persona, ma il romanzo è raccontato dal protagonista stesso in forma retrospettiva. Mattia pascal è definito forestiere della vita quindi estraneo alla sua stessa vita. Nella pagina conclusiva l’eroe discute con l’amico e risulta che la morale della vicenda sia l’impossibilità di rinunciare alla nostra identità, socialmente determinata.
Ø  Suo marito 1911
Ø  I vecchi ed i giovani 1909: è un romanzo storico nella sua forma esteriore, dato che rappresenta le vicende politiche e sociali della Sicilia. Al centro della vicenda vi è una nobile famiglia, l’intreccio si basa sul confronto tra due generazioni: i vecchi hanno fatto l’Italia, ma vedono i loro ideali negati dalla corruzione politica presente; i giovani appaiono smarriti ed incerti e la loro azione si conclude nel fallimento. Vengono adottati punti di vista marginali di personaggi secondari.
Ø  Si gira 1915, che cambierà poi titolo divenendo i Quaderni di Serafino Gubbio operatore: la narrazione è autodiegetica ovvero in prima persona, soggettiva dato che è il diario del protagonista, operatore cinematografico. La sua professione è quella di stare dietro alla macchina da presa che registra (ricordiamo che Pascoli guardava con paura e orrore alle macchine che minacciavano di distruggerlo, mentre D’Annunzio celebrava la nuova realtà). Pirandello, dinnanzi alla realtà industriale è ostile, afferma che soffoca la spontaneità della vita, contribuendo a rendere meccanico il vivere degli uomini. La macchina da presa fissa per sempre in un fotogramma il fluire della vita, diventando emblema della condizione moderna. La vicenda ha al centro una “donna fatale” di cui è innamorato Aldo Nuti. Quest’ultimo, recitando una scena con una tigre, spara alla donna anziché alla belva ed è sbranato da essa. Serafino continua a girare, restando muto per lo choc. Siccome la vita è un caos, cerca di sparire dinnanzi ad essa, riprendendo e basta. In questo romanzo risalta la convinzione di Pirandello per la quale non deve esistere lo scrittore.
Ø  Uno, nessuno e centomila 1925: il protagonista, Vitangelo Moscarda, scopre casualmente che gli altri si fanno di lui un’immagine diversa da quella che egli si è creato di se stesso, scopre cioè di non essere uno, come aveva creduto sino a quel momento, ma di essere centomila nel riflesso delle prospettive degli altri e quindi nessuno. Vitangelo ha orrore delle forme in cui lo chiudono gli altri e non vi si riconosce, decide perciò di distruggere tutte le immagini che gli altri si fanno di lui per cercare di essere uno per tutti. Ricorre così ad una serie di gesti folli e sconcertanti. Venne ferito gravemente da un’amica della moglie, colta da un raptus di follia. Al fine di evitare lo scandalo cede tutti i suoi averi per fondare un ospizio per poveri dove egli stesso si fa ricoverare. Qui è inoltre estraniato dalla vita sociale, trovando una sorta di guarigione dalle sue ossessioni, rinunciando definitivamente ad ogni identità, rifiutando di fissarsi in alcuna forma, rinascendo nuovo in ogni istante, identificandosi di volta in volta nelle cose che lo circondano, alberi, vento e nuvole. A differenza di Pascal non resta in una condizione sospesa, ma trasforma la mancanza di identità in una condizione positiva, in liberazione completa della vita, si abbandona al suo fluire in una sorta di esperienza panica dove si possono scorgere i segni di irrazionalismo. È un romanzo scritto sottoforma di diario, un informale e ininterrotto monologo. Per una buona parte del  libro non vi è racconto, ma un monologo sui temi dell’identità fittizia, dell’inconsistenza della persona. A differenza di Pascal,il quale non arriva ad una soluzione in positivo non rinunciando al nome, segno esteriore dell’identità, Moscarda rinuncia all’identità e al nome.
Il punto di arrivo di Uno nessuno e centomila è il tema dell'inconcludenza della vita, la vita non conclude. Quando la vita conclude c’è la morte. Sembra un fallimento ma Moscarda se ne appropria dato che è inevitabile ed è giusto che sia così. L’inconcludenza è un carattere del relativismo di Pirandello, per il quale la vita è un flusso continuo non può fissarsi in qualcosa se no morirebbe. La vita non conclude perché flusso inarrestabile non posso farla diventare forma dandole paletti se no muore. Uno perché ogni persona crede di essere un individuo unico con caratteristiche particolari; Centomila perché l'uomo ha, dietro la maschera, tante personalità quante sono le persone che ci giudicano; Nessuno perché, paradossalmente, se l'uomo ha 100.000 personalità invero non ne possiede nessuna, nel continuo cambiare non è capace di fermarsi nel suo vero "io"(è un termine che indica la personalità cosciente di un individuo con particolare riferimento alla sua parte più intima e profonda. In psicoanalisi l’Io o ego indica solo la parte cosciente della psiche che, nella struttura della personalità individuata da Freud, ha funzione di adattamento alla realtà. È la parte organizzata che da un lato si trova a mediare tra l’Es, il polo pulsionale e caotico ed il Super-io, la coscienza morale.).      

Novelle

Le novelle sono una produzione nata in modo occasionale, non si riesce ad individuare un ordine determinato a causa della molteplicità di situazioni, casi e personaggi. Rispecchia la visione globale del mondo che è propria di Pirandello, un mondo non ordinato e armonico, bensì disgregato in una miriade di aspetti precari. C'è una categoria di novelle, definibili “piccolo borghesi” in cui i protagonisti vivono in famiglie oppressive con un lavoro monotono, manifestazioni contingente della trappola della vita. Ci sono poi convenzioni sociali che impongono all'uomo maschere fittizie e li imprigiona in un meccanismo sociale senza una vera via d'uscita, così la sofferenza esplode in gesti inaspettati e folli.    
Lo scrittore deforma tratti fisici, che porta al riso, accompagnato dal “sentimento del contrario” ovvero pietà.  I protagonisti cono infatti paradossali, ricalcano il caos dell’esistenza, sono disgregati con personalità alterata dai tratti maniacali e schizoidi. Emerge il fondo ignorato della psiche che distrugge l'idea di personalità coerente e rivela le varie persone che si annidano nell'individuo.  
I legami con il Verismo sono la rappresentazione del duro lavoro, mentre si distingue per l'adozione dell'eclisse dell'autore e della regressione, mentre in Pirandello è presente una frantumazione dei punti di vista, mantiene una narratore che osserva oppure scrive direttamente diari privi di narratore (antipodo al verismo che aveva un solo punto di vista). Non ci troviamo su un terreno veristico, ma in ambito decadente con irrazionalità. Infatti le novelle sono caratterizzate da un narratore che sembra non sappia cosa stia per accadere (come nella novella il treno ha fischiato). Mancano gli antefatti, ovvero i fatti che spiegano, ad esempio ne La carriola, l’antefatto sarebbe potuto essere: l’avvocato tutte le sere faceva fare la carriola al cane; oppure Belluca era un uomo che viveva con dei pazzi, invece il passato emerge per spezzoni.
Ø  Uomo solo:
Ø  La Patente:
Ø  Carriola
Ø  Il Treno ha fischiato
Ø  Lucilla

Teatro

Il teatro predilige ambienti alto borghesi ed è visto come l'istituto in cui si manifesta per eccellenza la trappola della forma che imprigiona l'uomo, separandolo dall'immediatezza della vita. È un teatro che gioca sulla deformazione e sull’assurdo. Il contesto teatrale del dramma borghese era l’adulterio e difficoltà economiche, mentre Pirandello porta le convenzioni borghesi alle estreme conseguenze. I ruoli imposti dalla società borghese vengono assunti con estremo rigore, sino a giungere al paradosso e all’assurdo, e così vengono smascherati nella loro inconsistenza. In questi drammi Pirandello sconvolge due capisaldi del teatro borghese naturalistico, la verosimiglianza e la psicologia. Gli spettatori non hanno l’illusione di trovarsi di fronte ad un mondo naturale, simile a quello in cui vivono, i personaggi sono scissi, contraddittori. il tono del dramma borghese era serio, quello di Pirandello è grottesco, una fusione di serio e ridicolo, tragico e comico. Pirandello definisce il grottesco come una farsa che include nella medesima rappresentazione della tragedia la parodia e la caricatura di essa, come proiezione di ogni gesto tragico. Il grottesco è quindi la forma che l’arte umoristica assume sulla scienza. Il comico rivela sempre, al suo fondo, un nucleo di tragica serietà. Pirandello è anche un drammaturgo ed, insieme a Shakespeare, è uno dei più rappresentati nel mondo. Per il teatro Pirandello scrisse la sua prima produzione che andò in scena a Milano.
In Pensaci Giacomino, un vecchio professore non ha potuto farsi una famiglia a causa del suo magro stipendio. Decide così di vendicarsi sposando una donna giovanissima, in modo da costringere lo Stato a pagarle per molti anni la pensione. Favorì inoltre il legame della ragazza con un suo allievo, affermando che le corna non andranno in testa a lui ma alla parte che recita di marito.

Appunti

Dopo la crisi tra i due secoli, per Pirandello non vi è più un’unica verità, così come non ve ne è nemmeno una singola, a causa della crisi dell’io ed alla sua negazione, alla realtà molteplice (ognuno la guarda a seconda del proprio punto di vista) che porta l’autore a condividere il pensiero di Schopenhauer di mondo come volontà e rappresentazione (ha una vasta cultura). Si contrappone quindi a Manzoni ed ai Veristi partono per i quali rispettivamente il è Dio, mentre per i Veristi sono le cose. Per Pirandello, dal momento che ci sono diverse visioni soggettive della realtà, l’individuo indossa una maschera ecc, non è più possibile distinguere il vero dal falso. Il Relativismo quindi corrisponde alla frantumazione dell’io: l’uomo non è una sola persona ma si suddivide in tante persone. Da ciò deriva che non esistono delle verità e dei valori assoluti: ognuno percepisce la realtà non per quello che è ma per come la vede in un determinato momento, a seconda anche della propria educazione (religione, famiglia, ecc…). Il Relativismo corrisponde al dualismo tra vita e forma: la vita è un libero fluire degli istinti umani e la forma è una maschera che la società ci impone. Di maschere ce ne sono due: un’attribuita da noi stessi e un’altra che ci viene imposta dalla società, e che c’imprigiona nella trappola delle convenzioni sociali
Svevo lesse Freud in lingua, mentre Pirandello non lo lesse, ma tratta comunque argomenti quali psiche, inconscio affermando che la personalità delle persone è molteplice, non ce n’è una sola. Affronta il tema della Follia. I personaggi hanno sempre un doppio vedersi secondo gli aspetti, si mostrano a seconda delle persone e, sempre seguendo questo criterio, fanno prevalere una personalità piuttosto che un’altra (non parla di bipolarismo ma volendo ce lo collego). Pirandello mise in contrasto la vita, come flusso continuo in cui rientra di tutto senza limiti e impedimenti morali, con la forma, che limita la vita dato che a causa della famiglia, istituzioni ecc è necessario adottare determinati comportamenti. Resta comunque illusoria perché è una maschera sotto la quale si cela un’identità informe. Belluca è il protagonista de “Il treno ha fischiato” ed uscendo dalla forma, impazzisce. 

lunedì 4 aprile 2011

Appunti Storia

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La guerra in Italia

Le truppe angloamericane nel 1943 occuparono le coste siciliane, la resistenza italiana fu pressochè nulla. Lo sbarco degli Alleati accelerò la crisi del regime fascita, che raccoglieva già dissensi con ondate di scioperi operaie nelle grandi città industriali. Nel 1943 il Gran consigli9o del Fascismo invitò il re ad assumere il controllo del Paese, così Vittorio Emanuele III fece arrestare Mussolini. Il nuovo governo in ogni caso decretò che la guerra sarebbe continuata a fianco della Germania e represse violentemente le manifeswtazioni che ne richiedevano la fine. Contemporaneamente, nell'assoluta segretezza, i rappresentanti italiani presero i primi contatti con gli Alleati in vista di una pace separata e nel 1943 fu firmato un armistizio tra le forze italiane e quelle angloamericane. Il 12 settembre Mussolini fu liberato e si impose alla guida del partito, annunciando la nscita di un nuovo Stato fascisto, la Repubblica sociale italiana RSI, la cui sede era a Salò sul Lago di Garda. I partiti antifascisti avevano creato un Comitato di liberazione Nazionale che si accordò con il governo del Sud, decidendo di mettere da parte i contrasti interni ponendo come prioritaria la lotta ai nazifascisti. Nel 1944 gli Alleati con una controffensiva, spinsero la linea del fronte tedesco a nord della capitale. La resistenza in Italia era formata sopratutto da giovani che non intendevano arruolarsi, antifascisti che lottavano contro gli occupanti con atti di sabotaggio o vere e proprie operazioni. I nazifascisti risposero con repressioni. Dopo aver liberato gran parte della penisola, gli Alleati il 25 Aprile lanciarono un'offensiva finale, ci furono diverse insurrezioni che liberarono le città italiane anche prima dell'arrivo degli stessi Alleati.

Crisi del dopoguerra
principalmente in Italia, metà anni 40 e 50 Italia agricolo occupa il 40% alnord e 60% al sud l'agricoltura. Lo sviluppo industriale è limitato al triangolo industriale, nord troppo vasto, solo Milano Torino Genova. Disoccupazione grande problema a tutti i livelli in particolare nel mondo agricolo, i contadini trovano situazione nei propri campi allo sbando doop la guerra, la magior parte di militari erano contadini, grandissimo problema. A livello sociale tra le due guerra si sono arricchiti anche in parte dopo la seconda guerra del ceto medio, abbastanza cresciuti gli impiegatiu nel terziario,nelle due guerre aumentato sai servizi ecc ma poi nel dopoguerra crisi durante la guerra arricchiti commercianti e contadini più agiati che avevano ottenuto dei buoni guadagni ricorrendo al mercato nero. Il ceto veramente impoverito quello degli operai ed impiegati quindi ceto medio, perchè ha uno stipendio fisso, per cui a fronte di una cisi economica, con aumento prezzi, chi soffre è chi ha lo stipendio fisso. Inflazione. Problema dei reduci, prima guerra mondiale no distruzione impianti industriali, la seconda si. Questo discorso economico.
Discorso politico, aveva vinto la coalizione antifascista quindi sopratutto forze impegnat nella resistenza unite nel CLN, uomini della resistenza appartenenti a Socialisti, comunisti, ... diverse anime. Alla fine della guerra situazione politica dialettica, il CKN nn c'è più c'è solo durante la guerra, poi si scoglie
costituzione italiana risultato di tante ideologie diverse che convivono e si accordano, tavolo dei 75 costituenti ed esce la costituzione che ha i principi, cosa è valido, cosa è giusto cosa è valore. Nella resistenza c'era l'ala cattolica, si arriva ad opera di mediazione tra qst ideologie. Però nasce scontro ideologico tra forze moderate DC PartitoLiberaleItaliano PrepubblicanoI PsocialDemocraticoI di centro destra, più di centro. Dall'alatra parte partito socialiasta e comunista.
Italia sotto controllo degli alleati che condizionano la politica italiana. Gli americani sono ostili a partiti di sinistra. Blocco di contrapposizione della guerra fredda, modello capitalista e comunista, gli SU sono nell'altro quindi no comunismo. Leggi siglate neli USA se ti richiami al partito comunista es hai la tessera, non potevi andare negli USA.campagna contro immigrati italiani
italia abbia governi che non siano di sinistra quindi nn attuano
americani pongono come pseudo ricatto di togliere aiuti umanitari anche alimentari se ci fossimo indirizzati verso il comunismo. Nel 1945 primo governo fragile di Bonomi, poi sale Ferruccio Parri, uomo della resistenza del partito di azione, forza moderata non di sinistra, ma dura solo 2 mesi. Sale al potere Alcide De Gasperi, cattolico della democrazia cristiana, garanzia della non deriva verso il comunismo, visto come spauracchio. Italia posizione considerata strategica siamo al mezzo dell'Europa . In qst clima di scontro ideologico 2 GIUGNO 1946 si svolgono elezioni:
  • prime elezioni in cui votano le donne, quindi a suffraggio universale
  • Costituente, uomini che dovranno sedersi a scriversi, 75 uomini appartenenti a tutti i paritit
  • referendum monarchia repubblica. Al sud votano in prevalenza per monarchia, anche a livello, essendo di tipo politico, sud predokminanza elettorale per la destra. Sicilia

democrazia cristiana ottiene maggioranza assoluta nel 46
nel 48 entra in vigore la repubblica parlamentare. Tanti piccoli partiti si devono creare governid i coalizine in genere instabili, infatti molta instabilità politica. Nel 1947 nuove elezioni DC ha una flessione di voti ne perde un po' così si fa sentire l'influenza della dottrina Truman, presidente americano, che teorizzava il necessario bloco dell'avanzata socialista nel mondo. Si forma governo coalizione di centro destra, forze politiche orientate a destra su pressione statunitense. Papa pio XII invita elettorato cattolico al voto, votare DC non di sinistra, non votate qst partiti
la comunità italiana negli Stati Uniti è ricca di emigrante, motlo conservatrice, arricchiti, arrivavano da condizione di poverta, assumono ideologia del mondo statunitense ed influenzano il voto dei parenti in Uitalia in senso cnservatore nel 48 ottiene maggioranza assoluta DC.  

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Trattati di pace
1946 conferenza di pace a Parigi molto forte, attiva in iniziative diplomatiche avviate nel corso della guerra e qst accordi tra le potenze, sopratutto qll impegnate contro la Germania avevano ottenunto nel 1945 ONU organizzazione nazioni unite, con lo scopo di risolvere obiettivi e conflitti, cose che hanno a che fare con la pace ecc. È presieduta dal consiglio di sicurezza, supremo organismo che presiede l'onu nasce composto da 5 stati membri effettivi e permanentei Unione sovietica stati uniti inghilterra francia e cina gli altri 10 sono a rotazione, in tutto 15. rotazione di 3 anni ciascuno. Paesi sconfitti inizialmente non ne fanno parte poi vengono ammessi anche loro. Qst 5 stati permanenti hanno diritto di veto, garanzia di democrazia. Bloccare qlsiasi decisione ritenuta non opportuna. Di fatto ha sempre fatto si che ci sfosse sempre il dialogo. Istituzione del tribunale militare internazionale, sovrastatale chiamato a riunirsi per giudicare i crimini di guerra. A norimberga tra 45 46. gli esecutori materiali rimandati agli singoli stati, a qll internazionale solo qll politici.
Tribunale di tokyo giudica i crimini commessi dai giapponesi.
Il problema più grande è il destino della Germania. Postdaun,? Nel 45, ancora durante la guerra c'erastato un incontro per decidere destino della Germania. Già qu8i si vede come la Germania, la sua divisione già viene fuori. Nel 45 Churchill nn è più primo ministro, salirono 9i labouristi, sinistra inglese, llui era conservatore. Negli USA tenne cmq conferenza e parla di cortina di ferro, espressione metaforica, nel 46 nn 45..attraversa l'Europa fino a trieste per separare la parte orientale. Serparazione tra liberal demoscratico dell'europa occidentale è un sistema capitalistico, liberismo economico e democrazie popolari in europa orientale. Qui orende l'avvio la guerra fredda. Tutto si accentua negli anni 50.
conferenza di pace ripristinati stati cancellati Albania Austria Cecoslovacchia iugoslavia polonia. Polonia considerata una carta di scambio, vengono spostati i confini di 200 km a scapito della germania e d a vantaggio dell'unione sovietica. Unione sovietica confini all'epoca della rivoluzione russa
giappone occupato militarmente fino al 1951 subisce fino a trattato di pace con gli americani. Instaurata cositutizione id stampo democratico, sebbene ci foss el'imperatore come figura dominante, come oggi... il giappone avendo person deve dedere territori che ha conquistato durante3 la guerra. Corea indocina e indonesia entrati nell'orbita giapponese che si trovano nella fase della decolonizzazione. L'indonesia era degli olandesi. La corea si spacca in due, nord e sud, si instaurano due zone una sotto il controllocinese una sotto americano. C I I qst nazioni dovrebbero tornare ad essere colonie, risveglio movimenti nazionalisti. In iIndonesia, chiamate ex indie olandesi, isolette arcipelaghi,.. gli olandesi is convinsero a riconoscere indipendenza perchè se no minaccia di una guerra, perl in indocina, prende l'avvio la guerra del Vietnam Siam Cambogia. Qui 8ha le sue origini. Sono coinvolti gli americani
corea suddivisa in due zone si arriva ad accordo e la si suddividono in due zone una cinese una americano. Il discorso si interseca con decolonizzazione,
Germania non trova soluzione nella conferenza di Parigi e la si dividein 4 parti una parte americani russi francesi ed inglesi, spartizione. Lo stesso per Berlino diviso in 4 parti che poi diventano 2 est sovietici ovest ooccidentale.
Polonia cecosvlocacchia ungheria romania in cui dop governio di coalizione iniziali si instaurano prtiti comunisti

Appunti Nietzsche

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Nietzsche
nacque nei pressi di Lipsia nel 1844.
tra le sue opere ricordiamo Eccee Homo; la nascita della tragedia; così parlò Zarathustra; Aurora; Umano troppo umano; il caso Wagner; L'Anticristo; La volontà di potenza.
Inizialmente Nietzsche era amico di Schopenahuer e lesse sue diverse opere, dalle quali rimase influenzato, lo si nota dai continui richiami e riferimenti, sopratutto per la Volontà (ricorda Volontà di potenza). Se per Sch la vita è un pendolo tra il dolore e la noia, Nietzsche condivide la visione della vita come dolore, ma afferma che va vissuta intensamente, ogni giorno un individuo deve avere la forza di dire sì alla vita. Se per Sch la volontà aveva un significato negativo, dato che l'uomo non riesce a raggiungere ciò che desidera, per Nietzsche ha una connotazione positiva poiché l'uomo deve volere di più e nel dire di si alla vita riese ad essere pienamente se stesso. Anche per Nietzsche l'uomo è concreto, così come per Feuerbach e Marx, i filosofi ispiranti di Nietzsche.
L'amicizia con Wagner, il musicista tedesco e amico del re dell'impero austro-ungarico Ludovico II, inizialmente fu positiva per Nietzsche. In seguito ci fu una rottura e la loro avversione causò a Nietzsche diversi problemi che, insieme alla censura, lo spinsero a lasciare la Germania ed andare in Italia, in particolare Torino, Padova, e Francia. Nietzsche, in seguito a dei problemi familiari, si ammalò e fu considerato pazzo (visse tra Torino e Padova proprio in questo periodo). Le opere di quegli anni ne risentono, infatti a quei tempi furono interpretate come frutto della sua pazzia. La sorella, rimasta vedova e con problemi economici, manipolò le opere del filosofo per farle risultare filo naziste e coprire i suoi debiti, intento in cu iriuscì. Nietzsche si portò dietro questo pregiudizio fino a quando, successivamente, dei critici sottolinearono l'avvenimento che fu preso in riconsiderazione e fu riconsiderata la vera essenza delle opere.
Nietzsche studiò letteratura latina e greca. Aveva una passione per la filologia, infatti leggeva e studiava le opere in lingua originale.
Nascita della tragedia greca, una forma letteraria utilizzata per raccontare le difficoltà ed i problemi quotidiani in maniera distante. Al centro delle storie si collocano incesti, tradimenti ed, essendo tragedie, non sempre è presente il lieto fine. Nietzsche si domandò come mai nacque la tragedia greca e si rispose che, per lui, si originò con il solo scopo di recuperare la lotta, la diatriba tra Apollineo e Dionisiaco. Derivano da due divinità, rispettivamente Apollo, Dio dell'ordine, del rigore, della precisione e Dionisio, Dio del piacere e dell'abbandono ad esso. Secondo Nietzsche la tragedia nacque dalla lotta tra questi due poiché i greci vivevano ossessionati da ciò che è ordine e ciò che è caos. Siccome non erano in grado di spiegarlo concretamente nella vita, allora la si rappresentò con lotte in tragedie, nelle quali le vittorie si alternavano di continuo.


Accettando la verità che Dio è morto che lascia soli disarmati contro le difficoltà della vita, è una verità da riconoscere perché quella di Dio è una grande menzogna. L'uomo nel credere a questa entità superiore dice a se stesso la bugia più grande della sua vita e prima riconosce che si sta mentendo da solo, ha creato lui stesso Dio (F) prima riconosce questo prima riconosce se3 stesso al centro, anche a Nietzsche è l'uomo che interessa quindi appoggia l'ateismo.
Eterno ritorno era espresso come l'eterno ritorno dell'uguale, accettazione che la storia dell'uomo
la vita dell'uomo è quasi come un serpente, che in azione di attacco o difesa si attorciglia come se volesse ricompattare se stesso, lo stesso la storia si attorciglia su di se. La vita è fatta di tante fasi che anche in momenti diversi tornano. Eterno ritorno dell'uguale è qualcosa di abissale, una verità profonda difficilissima da accettare, questa accettazione dell'eterno ritorno è più abissale dei suoi pensieri, ovvero è talmente profondo e radicato come pensiero che è comunque parte di me, parte costitutiva di me e allo stesso tempo è il peso più grande. Molti uomini non riescono ad accettare qst verità, piuttosto urleranno e scalpiteranno ma non lo accetterà. Non tutti riusciranno a superare quelle tappe e si convincono che prima si accetta l'eterno ritorno dell'uguale prima ci si avvicina a diventare il superuomo. Affronta questo tema in così parlò Zarathustra, profeta delle Sacre Scritture orientali, visto come un profeta che annuncia delle verità forti, illuminanti. L'uomo fole era Nietzsche stesso, Nietzsche fa dire a Zarathustra determinati discorsi ma è lui che si appropria d qst identità di profeta e annuncia all'uomo questi importanti concetti. Nietzsche il così parlo Zarathustra dice che deve rivelare una visione, un enigma e nel dire questo parla di un filosofo solitario. L'uomo folle gridava che dio è morto, era solo e tutti lo deridevano, nessuno lo ascoltava. (PUCCINI Battiato) nel discorso di così parlo Zarathustra lui deve confessare questa visione, enigma come un filosofo solitario tra gli uomini e racconta la storia , la salita, la scalata di una montagna e nel scalare questa montagna il filosofo, via via che sale, si rende conto che quello che vede è una visione ma alo stesso tempo un enigma quello che vede è nitido e allo stesso tempo enigmatiche, l'enigmatico è la rappresentazione del velo di Maya di Schopenhauer. Zarathustra narra la salita d questo pendio, questa montagna ed insieme al filosofo c'è un nano, così un po' come Virgilio e Dante nella divina commedia, Zarathustra si ritrova a parlare con questo nano. Mentre salgono Zarathustra e il nano trovano degli ingressi di caverna, con delle scritte dicenti: su una ATTIMO, riferito al momento nel presente alludeva il presente; un'altra scritta con una freccia indicante il ritorno al passato, e l'altra indicante qualcosa che portava verso una novità quindi il futuro. Questo racconto voleva dire che la vita dell'uomo è una sorta di intervalli multipli, nel senso che ogni momento vissuto nel presente è figlio del passato e preannuncia 8il futuro. Quello che si è oggi è una conseguenza di ciò che si è stati ed è una preparazione di ciò che si diverrà. Tutto inserito in quella storia che è circolare. Il passato determina il presente e determina il futuro,che diventa presente e determina un altro futuro. Non è un intervallo lineare, questo intervallo questa influenza è circolare, a spirale. Visione a spirale dell'uomo, fino ad una conclusione ultima Marx uomo agisce per raggiungere bisogni materiali, la storia è un cercare di soddisfarli, quindi non è Marx. Spirale citata da Hegel nella dialettica del divenire, tesi antitesi sintesi, …
volontà di potenza: considero tre prospettive diverse analizzate dallo stesso Nietzsche e che approfondisce in maniera accurata. Per capire bene cos'è la volontà di potenza bisogna associare il concetto di vita a quella di potenza. La vita è , si realizza per Nietzsche dicendo si alla vita, vita vissuta momento per momento attimo per attimo. Questa vita se io la vivo momento per momento attimo per attimo quindi intensa, vuol dire che allora io posso farla diventare importante, posso darle una certa direzione, un certo livello, è proprio dell'uomo vivere in maniera forte, ma vivere più che può, sfruttando al massimo le proprie potenzialità , ovviamente prima deve riconoscerle, capire cosa è in grado di fare ed una volta comprese sfruttarle al massimo. Vivendo al massimo se stessi e le proprie possibilità si vive al massimo. Questa volontà di potenza la si deve intendere alla maniera di Schopenhauer, sebbene per Schopenhauer era la volontà di vivere interna, l'uomo non può fare a meno di vivere, anche se soffre, non può che vivere. Nietzsche parla di volontà di potenza sia divina, quindi forza esterna potente, in questo senso divina, ma è anche interna all'uomo che lo fa vivere al meglio, capacità di spendersi al meglio.
Volontà di potenza: è vita, morale, deve guidare i miei comportamenti, politica, scienza, arte, Schopenhauer. L'aveva individuata come via di liberazione come etica della pietà e ascesi che raggiungeva il suo apice nel Nirvana. Per Nietzsche nell'arte sono contenuti i veri valori, le vere spinte che devono guidare la vita dell'uomo, l'arte è la manifestazione della vita dell'uomo, è come se fosse una sorta di espressione della vita dell'uomo, l'arte in una scultura, opera teatrale ecc, l'uomo parla di ses tesso dei suoi desideri, ambizioni nell'arte. Quindi per Nietzsche l'arte è insieme proiezione dei desideri e se stessi, e condizione di vita, condizione che fa si che il mio desiderio venga placato, è come se nell'arte proietto me stesso, in quella dimensione ottengo ciò che desidero.
Volontà di potenza intensa come dominio. Nietzsche sosteneva che l'uomo che aveva affrontato tutto il percorso e superato le tappe, quindi vicinissimo al diventare il superuomo, era anche colui che doveva e3ssere superiore agli altri e dominarli, da qui la lettura forzata che con qst pensiero Nietzsche stesse dicendo che i tedeschi potevano per diversi elementi essere il popolo superiore, dovevano dominare tutti gli altri uomini. Questa è un'interpretazione.  

Appunti Sartre

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Sartre

Jean-Paul Sartre. È il grande esponente dell'esistenzialismo francese, 1905-1980. l'esistenzialismo a cavallo tra le due guerre mondiali, divenne un'atmosfera culturale e storica, tant'è che possiamo trovare i romanzi esistenzialisti, le danze e musiche opere teatrali esistenzialistiche. L'esistenzialismo è un movimento culturale rinomato. Il nostro Sartre è il grande esponente insieme ad Albert Camius e Simon de Behavior, che sarà la sua compagna di vita, è una filosofa. Oltre all'esistenzialismo francese c'è stato anche quello tedesco a cura di Heidegger ed un'altra forma di esistenzialismo però più divino ad opera di Jaspers anglosassone e Marcel francese.
Sartre esistenzialismo
Heidegger esistenzialismo dove uomo è in quanto essere prima che esistente
Ja Marcel esistenzialismo come recupero del divino
Sartre vissuto tra le due guerre ed è stato influenzato da tutti gli eventi. Fu un grande poligrafo (polius molto grapheo opere), quindi scrisse tantissimo e tante opere diverse, romanzi, opere filosofiche e teatrali.
A porte chiuse è la sua opera che andremo a vedere, scritta nel 1945. fu scritta quando aveva già pubblicato altre opere molto conosciute e diffuse, ad esempio ricordo l'Essere ed il nulla, la nausea, l'esistenzialismo e l'umanismo, critica della ragione dialettica (attacco a Hegel, che aveva invertito soggetto con oggetto e parlato di uomo ideale). Già dai titoli si nota che scrisse quando erano in grande attività anche Kafka, che avevano dell'uomo una visione di uomo limitato e debole, fragile, che cerca di essere altre identità. Sartre fu influenzato da questi altri. Essendo a cavallo tra le due guerre Sartre, c'era morte distruzione pessimismo infatti all'inizio era pessimista, poi diventerà un po' più ottimista.
La sua esistenza viene prima della sua essenza. L'uomo prima esiste, prima viene al mondo, poi decide di essere qualcuno, per questo viene prima l'esistenza poi l'essenza. “l'uomo prima viene gettato nel mondo poi capisce chi vuole essere” per Heidegger è il contrario...
partecipa come giornalista fonda la rivista “i tempi moderni” scrive romanzi, opere filosofiche e teatrali. Nel 64 gli fu proposto il nobel per la letteratura ma rifiutò perchè già da giovane, aveva partecipato attivamente alle lotte socio politiche ed aveva militato a favore dell'Algeria e aveva lottato per le deportazioni e tutto qll che era successo in Vietnam. Contrario a guerra in Algeria e supremazia americana in Vietnam per lui il nobel sarebbe stato zuccherino per tacere. Partecipò alle rivolte del 68, impiegato a 360 gradi. Scrive opera contro marxisti e cattolici per lui deviavano.
Ne “la nausea” dice che l'uomo prova nausea, cm effetto conseguenza, si rende conto che è collocato nel mondo, in maniera assurda e gratuita allo stesso tempo. In un posto x e tempo x viene collocato, è gratuita e assurda perchè l'uomo nn decide di nascere in quell'epoca, non ha lui la libertà di decidere. Capisce che il trovarsi in quel posto non è una sua decisione, per questo prova nausea. L'uomo si rende conto di essere stato gettato lì senza aver deciso ma una volta che esiste deve decidere di essere qlc1 e può farlo perchè ha libertà e responsabilità. Queste sono però prigioni perchè se fallisco sono io colpevole di me swtesso di aver fallito e non posso trovare scuse. Se si fallisce è eprchè io ho d3eciso in maniera libera e responsabile di fallire. Per Sartre cìhi cerca delle scuse è in malafede. Nausea perchè sono troppo libero e responsabile e diventa una condanna. Essere ed il nulla perchè per Sartre l'esistenza diventa queasi un nulla perchè,in quanto esistente, non potrò mai conoscere davvero il mio essere, quindi sarò sempre a me stesso un nulla., non riuscire mai a conoscere se stessi è triste e forte. Io a me stesso risulto un nulla e questo genera angoscia (Kier).
Finchè sono da solo sono libero di sbagliare fallire oppure fare cose giuste. Sono responsabile delel mie azioni su me stesso. L'uomo ad un certo punto però ha bisogno di crearsi un Dio, che però n9on capisce che non può stare lontano da se quindi dice che io uomo sono un Dio e posso fare qualsiasi cosa, poi però qst non è lecito e si rende conto di essere un dio mancato, fallito, che presumeva di esserlo ma non lo è. Non è solo, se fossi da sola potrei distruggere la mia vita o elevarla all'nesima potenza. C'è un altro che èlibero e responsabile come lo stono io quindi ciò che faccio lo faccio anche nei confronti dell'altro. L'altro è colui che ci guarda, giudica, distrugge con lo sguardo. Sartre arriverà a concepire l'altro come l'inferno. L'altro con lo sguaqrdo ci giudica soltanto e ci distrugge. L'inferno sono glialtri per dire che sono sempre pronti a giudicarci.. questo pessimismo e conflitto estremo nei confronti degli altri sarà risolto nell'opera esistenzialismo e un umanismo. Il pessimismo di essere e nulla a porte chiuse e la nausea diventa vagamente positivo in esistenzialismo e umanismo. Capisce che con l'altro posso realizzare qualcosa di creativo. È lì che cerca di dare visione più ottimista. In a porte chiuse 4 personaggi di cu i uno, il valletto è di secondo piano. Quindi tutta la storia si struttura su 3 personaggi un uomo e due donne. Si ritrovano in una stanza senza porte ne finestre. Via via che la storia si struttura si rendono conto che sono anime passate ad altra vita e qll stanza è l'inferno. Nel raccontare le loro storie si criticano e giudicano pesantemente fino a quando........