venerdì 11 marzo 2011

Storia

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Nascita e ascesa del movimento fascista pag 177

inizialmente il partito fascista aveva ottenuto un ruolo marginale, dopo essersi presentato alle elezioni del 1919 con un programma nazionalista e anticapitalista. Poteva infatti diventare il punto di riferimento dei ceti medi spaventati dalle lotte operaie e contadine, che comunque erano convinti che lo Stato non fosse più affidabile, quindi cercavano uno strumento per colpire le forze socialiste. La svolta giunse dalle campagne dell'Emilia Romagna dove squadre armate distrussero le organizzazioni socialiste le quali non seppero reagire con efficacia. Il consenso al fascismo crebbe rapidamente e numerose amministrazioni socialiste furono costrette a dimettersi.
Il capo del Governo assisteva senza intervenire in quanto era favorito da queste forze che contrastavano l'espansione del socialismo. Alle elezioni del 1921 i fascisti entrarono nelle liste di coalizione e, nonostante i suoi metodi violenti, venne legittimato. Sebbene i partiti socialisti ottennero ugualmente la maggioranza, Mussolini riuscì ad entrare alla Camera.
Dopo le elezioni Giolitti si dimise ed il governo passò a Bonomi, intanto Mussolini cerca di contenere la violenza delle squadre fasciste che produceva un effetto negativo sull'opinione pubblica. Molti capi fascisti locali respinsero l'accordo, aprendo una crisi interna al movimento dei fasci che migliorò inseguito ad un compromesso tra Mussolini ed i Ras locali. Nel 1921 il movimento dei Fasci divenne Partito Nazionale Fascista (PNI).
Nel 1922 ci fu la Marcia su Roma delle camicie nere. Vittorio Emanuele III non volle agire e non firmò il decreto per lo stato di assedio. La sera del 30 ottobre fu annunciato il primo governo Mussolini. Giunto al potere con la Marcia su Roma (28 ottobre 1922). Mussolini rispettava la prassi parlamentare, benché fosse chiara la sua opposizione alle istituzioni liberali. Quando fu nominato presidente del Consiglio, il Partito Comunista entrò in una sorta di clandestinità, si avviò una politica distensiva nei confronti del Vaticano e fu varata nel 1923 una riforma scolastica da Giovanni Gentile, ministro della Pubblica istruzione (prevedeva al termine della scuola secondaria superiore un esame di Stato).
Nel 1922 fu istituito il Gran Consiglio del Fascismo e nel 1923 venne costituita la Milizia volontaria. Per rafforzare la posizione del PNF Mussolini decise di indire nuove elezioni con la legge Acerbo che assicurava due terzi dei seggi alla Camera alla lista che avesse ottenuto la maggioranza.
Le difficoltà economiche furono affrontate dal governo con la compressione dei salari, privatizzazione di aziende statali. La pressione fiscale venne alleggerita.
Il giorno seguente alle elezioni, Giacomo Matteotti, segretario del partito Socialista, denunciò le violenze mettendone in dubbio la validità. Nel 1924 fu rapito ed assassinato da sicari fascisti. Gli esecutori furono arrestati anche se i mandanti non furono scoperti. Il Paese, indignato,avviò forme di protesta e Mussolini si vide costretto a rassegnare le dimissioni. Le forze dell'opposizione abbandonarono i lavori della Camera e si riunirono in separata sede, invocando il ritorno alla legalità e l'abolizione della Milizia fascista. Questo evento prese il nome di secessione dell'Aventino, cos Mussolini si prese le responsabilità degli avvenimenti, un po' in tono di sfida nei confronti delle forze oppositrici, superando la crisi.
Quando si instaurò la dittatura, il Governo mise sotto controllo la stampa, varò una nuova legge che abolì la libertà di sciopero e molti esponenti dell'opposizione ripararono all'estero.
Tra il 1925 e 1926, in seguito a quattro attentati falliti contro Mussolini, il governo varò le leggi fascistissime che concentravano il potere nelle mani del Duce (dal latino Dux, condottiero). Il regime dittatoriale fu perfezionato con la soppressione di tutti i giornali e dei partiti politici di opposizione e con l'istituzione del Tribunale speciale per la difesa dello Stato. Nell 1929 si approvò la lista unica e si passò ufficialmente al regime dittatoriale.





Totalitarismo
Si avviò un sistema politico nuovo, totalitario, usato per la prima volta da intellettuali antifascisti che volevano indicare il carattere dittatoriale del regime, una versione moderna dell'assolutismo. Il partito unico era organizzato in modo gerarchico e dominato da un dittatore, i mezzi di comunicazione erano sotto stretto controllo, si utilizzava il terrore e la violenza, l'economia venne centralizzata. I due ostacoli erano la Chiesa che si oppose alla penetrazione dell'ideologia fascista nella vita sociale, e la monarchia sabauda, il cui ru9olo fu limitato via via.
Mussolini cercò di giungere ad un accordo che regolasse i rapporti tra Stato e Chiesa, annullando il carattere laico dello Stato e firmando, nel 1929 i Patti Lateranensi. La Santa Sede riconosceva lo Stato italiano con Roma capitale, il papa riceveva un indennizzo a titolo di risarcimento per le espropriazioni dei beni e la dottrina cattolica divenne materia di insegnamento nelle scuole. Questo rafforzò il consenso di cui già godeva il regime.

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